PRIVACY
PUBBLICA AMMINSTRAZIONE,
BANCHE DATI E FIDUCIA DEL CITTADINO
La
gestione delle informazioni a livello informatizzato ha permesso
e sta
permettendo una miglior gestione dei dati personali, un
incremento di efficienza e, di conseguenza l'offerta di un servizio
più
rapido e di miglior qualità al cittadino.
Informazioni
più facili da ottenere e meglio organizzate, meno sprechi,
maggior vicinanza al cittadino.
Raffredatasi
l'euforia
per l'informatica e per gli enormi vantaggi che ha portato a
tutti, si riafferma prepotentemente la questione della
riservatezza dei dati e del rispetto dei principi di trasparenza, finalità
e pertinenza del trattamento di essi da parte delle
PA.
Banche
dati enormi contengono dati personali comuni e sensibili,
da trattare con cura ed attenzione. Pensiamo a riccometro,
sanitometro, anagrafe delle anagrafi, registro nazionale dello
stato civile, anagrafe dei conti correnti, anagrafe degli
assegni bancari, centrali dei rischi bancari e finanziari,
documento di identità elettronico, sistema informativo lavoro,
registro nazionale malattie professionali e infortuni, catasto
elettronico, archivi sanitari....
La
tutela della riservatezza, della sicurezza, dell'integritá e
disponibilitá dei dati, é il campo di gioco dove le PA possono
vincere la partita con il cittadino.
Cosa
é l'efficienza produttiva senza la fiducia dell'utente/cliente/cittadino?
E
quanto contenzioso potrebbe derivare da trattamenti non corretti?
Pensate a quanti ricorsi, a quanti risarcimenti danni.
La
rete unitaria della Pubblica Amministrazione vincerà come
soluzione efficiente solo se il cittadino nutrirà fiducia sul
modo in cui vengono gestite le informazioni e sulla sicurezza
dei suoi dati.
E'
necessario,
oltre ovviamente ad assicurare la sicurezza dei dati trattati,
selezionare le informazioni trattate, rispettare il principio di
pertinenza e non eccedenza e assicurare la compatibilità tra le
finalità perseguite al momento della raccolta dei dati e quelle
curate dalle altre amministrazioni destinatarie delle
informazioni.
Purtroppo
tempi tecnici lunghi, assenza di chiarezza del legislatore,
insufficiente formazione del personale, rendono la
situazione molto complessa.
E' necessario innanzitutto
l'intervento chiaro, deciso, ma allo stesso tempo flessibile
e concreto del legislatore, perché una privacy imbrigliata nella
burocrazia e poco attenta alla complessità del reale, non
tutela il cittadino e finisce per essere solo un appesantimento
dell'attività degli operatori pubblici.
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