Legge privacy 675 analisi dei rischi             Legge privacy e spamming

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E-MAIL INDESIDERATE E MILIONI DI DOLLARI 

 (tratto da un articolo di Simona Rossitto pubblicato su "La Repubblica")

Mail pornografiche, «soldi facili lavorando da casa», il mutuo «più conveniente della vostra vita», inviti a giocare al casinò online, «all’improvviso la vostra fortuna cambierà», «contribuirete a diffondere l’allarme su questo virus informatico» ed altro ancora...

Nella crisi della neteconomy vanno forte gli spammer e i difensori delle vittime.

Il "re degli spammer" è Al Ralsky: americano, 57 anni, ha iniziato a costruire mailing list sette anni fa. Invia qualcosa come 30 milioni di mail al giorno che tradotto in cifre significa milioni di dollari. 

Ralsky si entusiasma per le possibilità di business che offre il web. «Regna la libertà e tutti possono far soldi». A volte, Ralsky e soci rubano le mailing list delle aziende, altre vanno a caso digitando indirizzi probabili, come potrebbe essere in Italia rossi@tin.it. 

I guadagni sono considerevoli: le aziende intestatarie della pubblicità pagano una certa cifra a Ralsky e ai suoi simili per la promozione che garantiscono. A volte gli spammer esagerano: ultimamente Ralsky è comparso davanti al giudice della Virginia per aver fatto collassare il sito Verizon tempestandolo di messaggi.

Altrettanto fiorenti i siti che insegnano a reagire all’abuso della privacy. Sono nati software che individuano e eliminano i messaggi indesiderati, con la possibilità di segnalare lo spammer al proprio provider. 

In Usa ci sono organizzazioni che combattono il fenomeno, come AntispamCop. Proliferano le black list, moderne liste di proscrizione con i nomi degli spammer. 

C’è chi della lotta contro lo spamming ha fatto a sua volta un business, come la Brightmail. L’obiettivo è l’obbligo di preventivo consenso del destinatario. 

Leggi l'art. 13 della direttiva 58/2002 in materia di pubblicità indesiderata.

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