E-MAIL
INDESIDERATE E MILIONI DI DOLLARI
(tratto
da un articolo di Simona Rossitto pubblicato su "La Repubblica")
Mail pornografiche, «soldi facili lavorando da casa», il mutuo «più
conveniente della vostra vita», inviti a giocare al casinò online, «all’improvviso
la vostra fortuna cambierà», «contribuirete a diffondere l’allarme su
questo virus informatico» ed altro ancora...
Nella
crisi della neteconomy vanno forte gli spammer e i difensori delle
vittime.
Il
"re degli spammer" è Al Ralsky: americano, 57 anni, ha iniziato
a costruire mailing list sette anni fa. Invia qualcosa come 30 milioni di
mail al giorno che tradotto in cifre significa milioni di dollari.
Ralsky
si entusiasma per le possibilità di business che offre il web. «Regna la
libertà e tutti possono far soldi». A volte, Ralsky e soci rubano le
mailing list delle aziende, altre vanno a caso digitando indirizzi
probabili, come potrebbe essere in Italia rossi@tin.it.
I
guadagni sono considerevoli: le aziende intestatarie della pubblicità
pagano una certa cifra a Ralsky e ai suoi simili per la promozione che
garantiscono. A volte gli spammer esagerano: ultimamente Ralsky è
comparso davanti al giudice della Virginia per aver fatto collassare il
sito Verizon tempestandolo di messaggi.
Altrettanto
fiorenti i siti che insegnano a reagire all’abuso della privacy.
Sono nati software che individuano e eliminano i messaggi indesiderati,
con la possibilità di segnalare lo spammer al proprio provider.
In
Usa ci sono organizzazioni che combattono il fenomeno, come AntispamCop.
Proliferano le black list, moderne liste di proscrizione con i nomi degli
spammer.
C’è
chi della lotta contro lo spamming ha fatto a sua volta un business, come
la Brightmail. L’obiettivo è l’obbligo di preventivo consenso del
destinatario.
Leggi
l'art. 13 della direttiva 58/2002
in materia di pubblicità indesiderata.
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