LEGGE PRIVACY E CURRICULUM VITAE: CONSENSO AL TRATTAMENTO
In materia di selezione del personale accade
talvolta che le società prevedano dei moduli prestampati che i candidati
devono compilare.
Altre volte, pur non presentando moduli
prestampati, le società chiedono genericamente di inserire la dizione
"Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi della legge
n. 675/96,a fini di selezione del personale". In molti casi infine sono
i candidati stessi ad inserire spontaneamente la dizione sopra detta
a fine curriculum.
Innanzitutto va fatta la
distinzione tra dati comuni e sensibili contenuti nei curriculum. In
presenza dei primi non è difatti necessario richiedere e ottenere il
consenso se le società li trattano a fini pre-contrattuali e non li
mettono a disposizione di terzi (per scopi diversi dall’esecuzione di
obblighi contrattuali). Il consenso è, invece, obbligatorio se nei
curriculum sono presenti informazioni a carattere sensibile (ad esempio,
appartenenza a particolare categorie protette).
Ora potendo accadere che un
candidato inserisca un dato sensibile non essendone consapevole è
opportuno prevedere una informativa standard sempre.
La prassi di inserire o
richiedere l'inserimento della formula autorizzatoria generica non
rappresenta una prassi corretta.
Il consenso al trattamento dei
propri dati deve essere rilasciato in modo
consapevole ed
informato, e quali informazioni ha in questo caso il candidato sul
destino dei dati che sta conferendo? Nessuna.
Una prassi corretta dovrebbe
prevedere un informativa al candidato dove si indicano
finalità e modalità del trattamento, i
soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati possono essere
comunicati e l'ambito di diffusione, i diritti di cui gode
l'interessato (articolo 13),
il titolare del trattamento a cui rivolgersi per aver conto dei propri
dati ecc.
La formula autorizzatoria
generica "autorizzo il trattamento dei miei dati..." riportata
non rappresenta dunque una soluzione corretta e denota carenza di
trasparenza e correttezza nei confronti dei candidati.
Il Garante stesso ha tra
l'altro accertato
violazioni da parte di società di selezione del personale, lavoro
interinale ecc. che non indicavano negli annunci che pubblicavano
sui giornali modalità e uso che sarebbe stato fatto dei dati personali
richiesti.
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