Legge privacy 675 analisi dei rischi

La risposta dell’Ibm alla sfida della privacy

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La risposta dell’Ibm alla sfida della privacy

da un articolo di "Affari e Finanza" di LAURA KISS


La tutela della privacy è la nuova sfida delle web company. Più Internet si espande e diventa un universo aperto e frequentato, più diventa necessario proteggere i dati personali dei navigatori. Più è necessario condividere i dati tra diversi comparti della stessa industria, più è strategico che questi dati non vengano letti o condivisi da tutti, ma solo da chi è autorizzato. Un bel lavoro per chi si occupa di progettare e realizzare software dedicati alla tutela della privacy. L’Ibm ha lanciato le sue soluzioni presso i suoi laboratori di Zurigo, sede europea della ricerca nonché del Privacy research institute.

L’azienda ha una lunga esperienza: è stata tra le prime ad adottare una politica di privacy per il web sul suo sito, ha con altre grandi società scritto le regole della privacy sul web da far adottare alle Internet company, ha costituito il "Privacy Management Advisory Council" grazie al quale si possono scambiare direttive e strategie con altre 30 aziende in tutto il mondo. «L’esigenza di difendere la privacy senza compromettere i risvolti commerciali delle aziende, si fa sempre più pressante», dice Michael Waidner, manager dell’Ibm Privacy institute. «Il nostro istituto di ricerca è impegnato nello studio e nello sviluppo dell’Epal, Enterprise privacy authorization language, un linguaggio che permette lo scambio di dati in tutta sicurezza attraverso uno specifico software», aggiunge Armgard von Reden, Chief Privacy Officer di IbmEmea.

I ricercatori dell’istituto, con un gruppo di colleghi dei laboratori di Almaden in California, stanno mettendo a punto un database che si fonda sui principi matematici di Ippocrate e permetterà al software di individuare se una richiesta di dati personali è autorizzata. Formulare politiche di privacy che riescano a soddisfare le esigenze di tutti e costruire un modello che permetta questo scambio di dati è la mission anche di aziende come eBay, che sullo scambio dati e sulla privacy ha costruito una lunga esperienza. eBay usa il software Tivoli privacy manager di Ibm per tutelare e automatizzare le procedure di privacy.«I risultati sono ottimi», conferma Scott Shipman, privacy manager di eBay, intervenuto a Zurigo. «Siamo arrivati dal 1997 al 2002 a 62 milioni di clienti registrati, ognuno dei quali lascia i dati.

Abbiamo effettuato 200 milioni di transazioni a trimestre negli ultimi 2 anni. Quest’enorme mole di dati affluisce ad un unico database che si trova nella nostra sede di San Josè. Si può immaginare come le procedure di tutela della privacy siano per noi indispensabili.

Si tratta di conquistarsi la fiducia degli utenti attraverso norme e procedure chiare, leggibili e comunicando spesso con i propri clienti». E’ il miglior test per i prodotti Ibm, e sembra del tutto riuscito.