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La risposta dell’Ibm alla
sfida della privacy
da un articolo di "Affari e Finanza" di
LAURA KISS
La tutela della privacy è la nuova sfida delle web company. Più Internet
si espande e diventa un universo aperto e frequentato, più diventa
necessario proteggere i dati personali dei navigatori. Più è necessario
condividere i dati tra diversi comparti della stessa industria, più è
strategico che questi dati non vengano letti o condivisi da tutti, ma
solo da chi è autorizzato. Un bel lavoro per chi si occupa di progettare
e realizzare software dedicati alla tutela della privacy. L’Ibm ha
lanciato le sue soluzioni presso i suoi laboratori di Zurigo, sede
europea della ricerca nonché del Privacy research institute.
L’azienda ha una lunga esperienza: è stata tra
le prime ad adottare una politica di privacy per il web sul suo sito, ha
con altre grandi società scritto le regole della privacy sul web da far
adottare alle Internet company, ha costituito il "Privacy Management
Advisory Council" grazie al quale si possono scambiare direttive e
strategie con altre 30 aziende in tutto il mondo. «L’esigenza di
difendere la privacy senza compromettere i risvolti commerciali delle
aziende, si fa sempre più pressante», dice Michael Waidner, manager
dell’Ibm Privacy institute. «Il nostro istituto di ricerca è impegnato
nello studio e nello sviluppo dell’Epal, Enterprise privacy
authorization language, un linguaggio che permette lo scambio di dati in
tutta sicurezza attraverso uno specifico software», aggiunge Armgard von
Reden, Chief Privacy Officer di IbmEmea.
I ricercatori dell’istituto, con un gruppo di
colleghi dei laboratori di Almaden in California, stanno mettendo a
punto un database che si fonda sui principi matematici di Ippocrate e
permetterà al software di individuare se una richiesta di dati personali
è autorizzata. Formulare politiche di privacy che riescano a soddisfare
le esigenze di tutti e costruire un modello che permetta questo scambio
di dati è la mission anche di aziende come eBay, che sullo scambio dati
e sulla privacy ha costruito una lunga esperienza. eBay usa il software
Tivoli privacy manager di Ibm per tutelare e automatizzare le procedure
di privacy.«I risultati sono ottimi», conferma Scott Shipman, privacy
manager di eBay, intervenuto a Zurigo. «Siamo arrivati dal 1997 al 2002
a 62 milioni di clienti registrati, ognuno dei quali lascia i dati.
Abbiamo effettuato 200 milioni di transazioni
a trimestre negli ultimi 2 anni. Quest’enorme mole di dati affluisce ad
un unico database che si trova nella nostra sede di San Josè. Si può
immaginare come le procedure di tutela della privacy siano per noi
indispensabili.
Si tratta di conquistarsi la fiducia degli
utenti attraverso norme e procedure chiare, leggibili e comunicando
spesso con i propri clienti». E’ il miglior test per i prodotti Ibm, e
sembra del tutto riuscito. |