INCONTRO DI STUDIO SULLA TUTELA DELLA RISERVATEZZA
Con l'entrata in vigore della
legge n.675 del 1996, l'Italia può vantare un sistema di garanzie a
tutela della vita privata che è entrato a far parte dell'ordinamento
giuridico così come dell'esperienza quotidiana.
Garanzie che pongono il nostro
Paese tra quelli più all'avanguardia in questa materia.
Le norme sulla privacy sono
intervenute, in diversi casi in termini assolutamente innovativi, in
difesa dei cittadini e a sancire diritti fondamentali in settori
cruciali: dalla sanità alla giustizia, dal rapporto di lavoro al mondo
creditizio e assicurativo, dalla ricerca scientifica e statistica alle
grandi banche dati pubbliche, dal mondo dell'informazione ai flussi di
dati tra Paesi.
E' soprattutto nei confronti
delle nuove frontiere della difesa dell'identità, della
dignità e della libertà dell'individuo che il diritto alla
privacy si pone come strumento giuridico imprescindibile. Basti pensare
alle questioni sollevate dall'utilizzo dei dati genetici e ai
conseguenti rischi di discriminazione e ai problemi legati alla
cittadinanza elettronica, al mondo di Internet, alla videosorveglianza,
alle forme di controllo e di invasione della vita privata mediante
sistemi ad alta tecnologia, primo fra tutti Echelon.
L'importanza che il diritto
alla privacy oggi rappresenta nel campo dei nuovi diritti di
cittadinanza è, del resto, in primo luogo testimoniato dalla presenza di
una espressa norma contenuta nella Carta dei Diritti UE, recentemente
varata dal Parlamento Europeo.
Di questo si è discusso
nell'incontro di studio svoltosi il 22 novembre al Senato, presso la
Sala Zuccari, alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi,
in occasione del quale è stato presentato il volume "La tutela della
riservatezza" del "Trattato di diritto amministrativo" diretto dal prof.
Giuseppe Santaniello.
Aprendo i lavori, Stefano
Rodotà, presidente del Garante, ha spiegato il significato
dell'incontro nella volontà dell'Autorità di seguire i modi in cui la
legge sulla privacy viene percepita dall'opinione pubblica, promuovendo
appunto occasioni di approfondimento culturale.
Rodotà ha messo in luce come
rispetto all'attenzione crescente dimostrata dai cittadini riguardo alla
protezione dei dati, avvertita come uno strumento per far crescere
una cultura del rispetto, si può constatare tutta una serie di
difficoltà e resistenze che provengono dal mondo dell'impresa e dalla
pubblica amministrazione, dove si verificano ancora gravi inadempienze.
Rodotà ha sottolineato, in
particolare, la mancata attività di consultazione del Garante nei casi
previsti per legge, omissioni che finiscono con il danneggiare la stessa
P.A. inficiando la stessa validità degli atti emanati. A tale proposito,
il presidente del Garante ha ricordato la recente lettera inviata al
Presidente del Consiglio Amato con la quale si è sottoposto il problema
all'attenzione del Governo e si è segnalata la necessità che le
procedure vengano seguite in modo corretto per evidenti ragioni di
interesse generale.
"La privacy - ha
concluso Rodotà - è un elemento fondativo della cittadinanza: non è
più in gioco soltanto la volontà di sottrarsi all'occhio del pubblico,
ma la possibilità di sviluppare liberamente la propria personalità".
Giuseppe Santaniello, Vice presidente
dell'Autorità garante, ha affermato che "la protezione dei diritti
fondamentali non può essere più racchiusa entro le barriere dei confini
nazionali, ma deve esplicarsi su latitudini sovranazionali al fine di
evitare che gli strumenti tecnologici vengano piegati alla costruzione
di una società della sorveglianza e della classificazione, talvolta
discriminatoria".
Gli orizzonti della privacy - ha
continuato Santaniello -si ampliano con l'allargarsi delle questioni
globali, come il commercio elettronico, lo sviluppo di sistemi
comunicativi on line, l'espansione della videosorveglianza, gli assetti
da dare ad Internet, l'utilizzo dei dati genetici. Sono tutti temi
globali per ognuno dei quali occorre fare una "valutazione di impatto"
sui diritti fondamentali della persona."
La globalizzazione genera una molteplicità di
legami ed interconnessioni che trascendono gli Stati e la protezione dei
diritti fondamentali non può più essere racchiusa entro le barriere dei
confini nazionali, ma deve agire in un ambito sovranazionale. Dalla
configurazione originaria di diritto ad essere lasciato solo, la privacy
è diventata una parte necessaria di quello "spazio senza il quale la
persona non può svilupparsi in armonia con i postulati della dignità
umana". Questo valore è oggi confermato dalla Carta europea dei
diritti fondamentali che colloca la tutela dei dati personali nel
capitolo dedicato alle libertà.
Si pone, dunque, l'esigenza, secondo
Santaniello, di adeguare le forme e i mezzi della tutela alla fitta
serie di innovazioni che si susseguono nei cicli economici e sociali.
Il Ministro per le Riforme Istituzionali,
Antonio Maccanico, ha messo in luce come sia andata crescendo la
portata della legge n. 675 del 1996 e come lo stesso concetto di
riservatezza si sia evoluto tanto che oggi la privacy è sinonimo di
libertà. Per L'Italia ha il merito - ha ricordato il Ministro - di aver
introdotto per prima le norme a tutela della riservatezza previste nella
direttiva europea del 1995.
Il prof. Giuseppe Guarino ha sottolineato il
ruolo di difesa dei cittadini svolto dal Garante in un mondo in cui
proliferano le banche dati e in una società che sempre più viene
caratterizzata da un eccesso di esposizione, tanto da determinare un
cambiamento nella sfera e nel concetto stesso di riservatezza.
Il prof. Guido Alpa ha
sottolineato il gran numero di interventi operati dall'Autorità in
settori nei quali il legislatore si è dimostrato assente, come ad
esempio Internet, e la capacità di svolgere un ruolo di "supplenza
normativa", come nel caso della medicina predittiva.
(newsletter del Garante della Privacy, sito
www.garanteprivacy.it)
RITORNA ALLA
SEZIONE CURIOSITA'