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Relazione annuale del Garante della Privacy 2000
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Ripreso
dall'articolo di GIANCARLO MOLA, "La Repubblica" del
17/07/2001
A quattro anni
dall'entrata in vigore della Legge sulla Privacy, "La Repubblica"
pubblica la relazione annuale del Garante Stefano Rodotą (nella foto in
alto accanto al titolo).
Moltissime
le infrazioni: comunicazioni giudiziarie
consegnate ai portieri ed in busta aperta, notificazioni pubblicate su
Internet, documenti sanitari che contengono anche informazioni personali
inutili ai fini della diagnosi, certificati elettorali che rendono di
dominio pubblico l'esercizio o meno del diritto di voto, imprenditori
che spiano la posta elettronica dei propri dipendenti...
A distanza di 4 anni dall'entrata in vigore della Legge sulla Privacy,
la n. 675/1996, ancora la societą
italiana stenta a comprendere che il rispetto della riservatezza č un
diritto del cittadino.
Stefano Rodotą
ha presentato a Montecitorio un bilancio dell'attivitą di Garante,
evidenziando problemi sia nella pubblica amministrazione che nel
settore privato.
Tra i
ministeri meno attenti alla problematica Privacy spiccano quello
della Sanitą, dell'Interno e della Giustizia.
Le Asl
inoltre, spesso non garantiscono l'anonimato a chi vuole sottoporsi al
test dell'Aids e non rispettano il diritto alla riservatezza che copre
lo stato di salute dei cittadini.
La nuova
tessera elettorale mette i componenti dei seggi in condizione di
sapere se e quante volte il cittadino ha votato in passato, anche ai
referendum.
Le
procedure di notifica di atti giudiziari sono "spesso effettuate in
forme che ledono, prima ancora che la riservatezza, la dignitą stessa
delle persone alle quali sono indirizzate".
Ci sono poi
comportamenti lesivi della privacy che riguardano il settore privato.
Pericoli seri
riguardano l'intrusione nella sfera della salute: "Cresce in
maniera esponenziale - dice Rodotą - il ricorso a test genetici, e
crescono le pretese di assicuratori e datori di lavoro per utilizzarli
nel valutare chi chiede un'assicurazione o un'assunzione".
Il tutto č spesso aggravato dall'uso dell'informatica e della
telematica. "La protezione dei dati personali č ormai componente
essenziale della cittadinanza democratica nella societą
dell'informazione", spiega il Garante.
Le
compagnie telefoniche infine conservano per cinque anni tutti i dati
sul traffico telefonico "e consentono di ricostruire l'intera rete delle
relazioni personali, sociali, economiche di ciascuno di noi".
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