Controlli sulle
telecamere da parte del Garante Privacy
Esito: scarso rispetto delle
regole!
Terminato un nuovo ciclo di ispezioni disposte dal Garante in
collaborazione con il Nucleo speciale funzione pubblica e privacy della
Guardia di finanza, per verificare lo stato di attuazione della
disciplina in materia di videosorveglianza.
Bloccati i data base di un
ente pubblico e di una società privata per impedire un ulteriore
trattamento illecito di dati personali; avviati procedimenti nei
confronti di sette soggetti, sia pubblici, sia privati, per mancata
informativa agli utenti (punibile con una sanzione amministrativa che va
da un minimo di 3.000 a 18.000 euro).
Controlli su stazioni della metropolitana di grandi città,
aeroporti, centri commerciali, zone di imbarco dei traghetti e numerose
aree dove ogni giorno transitano migliaia di persone, in varie regioni
d’Italia. La scelta dei soggetti da controllare è stata effettuata sulla
base di alcune notizie di stampa, di segnalazioni di cittadini o di
semplice sorteggio all’interno della categoria individuata.
Controllata la liceità dei
sistemi installati, le modalità di raccolta dei dati, tempi di
conservazione delle immagini, l’idoneità della necessaria informativa
all’utenza.
Un caso emblematico
Il caso del comune di Firenze
nel quale il sistema di videosorveglianza affidato al Comandante della
Polizia municipale e impiegato per monitorare il traffico e le aree
pedonali è risultato conforme alle indicazioni del Garante, al contrario
di quello utilizzato per il controllo di altre aree, affidato ad un
altro responsabile.
Altri casi
Nell’aeroporto di Olbia, pur
essendo stato installato di recente un sistema di telecamere a fini di
sicurezza, per problemi tecnici le immagini non sono registrate e la
stessa funzionalità delle telecamere installate nel piazzale di sosta
degli aerei risulta fortemente pregiudicata dopo il tramonto e in caso
di scarsa luminosità.
Esempi di “commistione” di
trattamenti di dati personali sono stati rilevati nella metropolitana di
Milano, dove, in particolare, la società di gestione “condivide” le
immagini riprese con la polizia. In questi casi determina problemi la
difficile separazione tra esigenze e finalità di trattamento. Infatti,
se per controllare i piazzali di sosta e di imbarco delle stazioni
sarebbero sufficienti riprese a bassa definizione, che non comportano
necessariamente il trattamento di dati personali, per motivi di
sicurezza e accertamento di reati sono state richieste immagini
dettagliate.
Sono stati riscontrati anche casi di omessa informazione ai cittadini
dell’esistenza di sistemi di videosorveglianza, come nella metropolitana
di Roma e di Milano e riguardo ad edifici di un’agenzia
dell’amministrazione finanziaria.
Dalle ispezioni è emerso
infine che anche laddove vi è maggiore attenzione ai profili relativi
alla privacy, gli incaricati dei trattamenti non sono apparsi del tutto
consapevoli delle loro responsabilità.
Dalla newsletter di
febbraio 2005 del GarantePrivacy