PERFORMANCE
DEI SITI ISTITUZIONALI
(Estratto
dal rapporto redatto dalla facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università di Trieste, coordinato da
Francesco
Pira e pubblicato sul sito www.comunicatoripubblici.it)
Per
il quarto anno consecutivo, la facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università di Trieste si è cimentata in un’analisi delle
performance delle principali istituzioni italiane sul web.
Al
centro dell’analisi la capacità delle istituzioni di comunicarsi ai
cittadini via Internet, e di sfruttare le caratteristiche delle reti
telematiche, per migliorare l’erogazione di servizi e informazioni.
Il
quadro generale emerso dallo studio è abbastanza positivo, essendo
complessivamente migliorata la qualità dei siti web cui era stata
rivolta l’attenzione negli scorsi anni. Buona performance dei siti
ministeriali, tutti in sensibile miglioramento, anche se sono ancora
scarsi i livelli di interattività del portale del Ministero
dell’Interno e di quello per le Politiche Ambientali.
Pienamente
soddisfacenti il sito del Governo, il cui trend positivo dura da
tre anni, e che si riconferma fra i migliori del settore pubblico. In
questo caso è ormai lecito parlare di un vero e proprio “portale”,
con contenuti di elevata qualità che trattano argomenti e avvenimenti
del mondo politico in generale.
Molto
positivi i risultati dei Ministeri delle Politiche Agricole, della
Sanità e dell’Innovazione Tecnologica, e lo stesso può dirsi i
siti delle due Camere, e per quello della Polizia, che però,
pur presentando una variegata offerta di contenuti, manca di un motore
di ricerca.
Decisamente
negativi, invece, i giudizi relativi al sito dei Carabinieri,
della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato. In tali
casi, infatti, ad un quasi inesistente livello di interattività, che
testimonia l’incapacità di aprirsi ai propri pubblici per recepirne
le istanze, si accompagnano livelli insoddisfacenti di fruibilità, che
rendono i siti poco più che vetrine telematiche, in cui le istituzioni
rendono conto esclusivamente della propria esistenza.
Più
in generale, dall’analisi svolta sembra sempre urgente e necessario un
approfondimento della dimensione interattiva e dello studio
dell’immagine coordinata delle istituzioni on line: il cittadino da
una parte deve poter riconoscere l’istituzione su Internet da una
serie di elementi grafici coordinati e da un sistema di identità visive
coerenti; dall’altra, soprattutto, deve poter essere ascoltato e
coinvolto in un processo comunicativo di cui egli stesso possa essere
fonte e destinatario.
Il
bello della rete è che consente ai soggetti di comunicazione, in questo
caso le istituzioni pubbliche, di massimizzare la cultura dell’ascolto
e di dare vita a un rapporto con i cittadini più veloce e su argomenti
specifici. In questo senso gli sforzi da fare sono ancora tanti, se si
escludono alcune felici eccezioni.
Questo
per quanto riguarda i siti istituzionali, la cui crescita seppur lenta e
difficoltosa sembra incontestabile.
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