PRIVACY,
ETICHETTE E TRACCIABILITA' DEI VESTITI...
L'ID
DELLA TUA MAGLIETTA?
Abbiamo
già trattato dell'argomento tracciabilità
dei vestiti relativamente al caso Benetton. Oggi vi proponiamo un
articolo de "La stampaweb" in merito.
"Etichette
intelligenti: privacy a rischio?" Grazie
al chip Rfid le aziende controllano tutti gli spostamenti delle merci. E
dei clienti.
da
"La Stampaweb" del 03/06/2003
Privacy a rischio per il semplice acquisto di una T-shirt: la colpa è
di Rfid (Radio Frequency Id Devices), un dispositivo microscopico simile
ad un microchip che nasce con il compito di «seguire» le merci.
Attraverso un particolare identificativo in esso contenuto, è possibile
tenere sotto controllo tutto il cammino compiuto dall'articolo di
vendita, per mezzo di un lettore compatibile funzionante in
radiofrequenza.
«Questi
dispositivi - rileva il numero odierno della Newsletter del Garante
della Privacy - suscitano un interesse crescente fra le imprese
produttrici, perchè offrono la possibilità di verificare i movimenti
(magazino, carico/ scarico) di ogni articolo, e quindi di ottenere
un'istantanea dei flussi merceologici. Tuttavia essi comportano anche un
rischio per la privacy delle persone poichè in potenza essi permettono di
rintracciare i singoli acquirenti degli articoli nei quali sono stati
inseriti».
Proprio
in merito a questi rischi potenziali, Junkbusters
- uno dei siti pro-privacy più attivi negli U.S.A. - ha realizzato
una pagina in cui infroma sull'argomento e sulle prospettive di sviluppo.
I timori espressi da Junkbusters si appuntano sulla possibilità che tali
dispositivi non si disattivino automaticamente una volta che il cliente
lasci il perimetro del negozio, come dichiarato dalle aziende che li
producono. In questo modo essi permetterebbero di tenere traccia di tutti
gli spostamenti della persona, soprattutto se quest'ultima avesse
utilizzato per l'acquisto una carta di credito o uno strumento analogo,
che permetta di associare le informazioni identificative del singolo
oggetto con una persona determinata.
In
primo luogo, è dunque necessario garantire che i clienti siano
adeguatamente informati dell'esistenza di tali dispositivi negli articoli
in vendita; in secondo luogo, le aziende produttrici devono garantire
l'effettiva disattivazione dei chip all'uscita dall'esercizio commerciale,
oppure inserire i chip in elementi asportabili (ad esempio, l'etichetta o
la targhetta ove è indicato il prezzo).
Il
Garante segue con attenzione la materia, e continuerà a monitorarne gli
eventuali sviluppi anche in settori o applicazioni diverse dalle prime
esperienze emergenti.
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CURIOSITA'