Privacy dei lavoratori e tecnologia negli USA
Articolo
tratto da "Il Messaggero on line" del novembre 2003
Le
aziende americane stanno usando tecnologia sempre più sofisticata per
trasformare gli impiegati in carcerati spiando ogni spostamento dei
dipendenti all'interno e all'esterno del posto di lavoro.
Il
vecchio cartellino da timbrare è stato sostituito da tecnologie
d'avanguardia come i lettori di impronte digitali: ogni entrata e uscita
dal posto di lavoro deve essere accompagnata dal passaggio del pollice
su un sensore. In questo modo le aziende sanno sempre chi è in ufficio
e chi invece si è allontanato. E la durata degli intervalli per il
pranzo può essere misurata con grande precisione.
Il
quotidiano Wall Street Journal ha dedicato un articolo al problema.
In una fabbrica automobilistica dell'Illinois i 500 impiegati devono
fare il log-in col computer, sul network interno dell’azienda, non
appena arrivano alla scrivania consentendo alla gestione del personale
di avere un quadro esatto, secondo per secondo, non solo del numero
esatto di lavoratori in servizio ma anche degli eventuali spostamenti.
Il
contemporaneo aumento nelle aziende dei sistemi elettronici di controllo
(come videocamere e microfoni) e di supervisione del traffico di
messaggi e-mail ha portato a crescente preoccupazioni sulle invasioni
della privacy dei lavoratori da parte dalle compagnie. Alcuni esperti
sottolineano che questo tipo di controlli ha spesso l'effetto opposto a
quello desiderato dalle aziende: il morale dei lavoratori si abbassa e
anche la produttività non sempre ci guadagna.