LEGGI LE NOVITA' DEL TESTO
UNICO IN MATERIA SANITARIA
(d. lgs196/2003)
fonte:
29 Agosto 2003 (ANSA)
Snami, nelle sue sedi istituzionali, e la
Fimmg, nel Consiglio nazionale convocato per domani, valuteranno il
comportamento da tenere a tutela di medici e cittadini in merito agli
articoli su diagnosi e cura della legge sulla tutela dati, che "e'
assurda e sbagliata, e per questo da modificare".
"La legge italiana sulla tutela dati, la
675/96, e' l'unica in Europa che lascia al paziente la possibilita' di
esprimere il consenso o meno su diagnosi e cura, con la conseguenza
assurda che un cittadino potrebbe pretendere di voler essere curato
negando al medico la sua storia clinica", hanno dichiarato i sindacati
durante un incontro avvenuto oggi a Roma, per valutare la possibilita'
di concordare una proposta comune sul rinnovo del prossimo Accordo
collettivo nazionale.
Quanto al decreto 196/2003, che avrebbe
dovuto semplificare le procedure, Michele Arpaia, Mario Falconi e
Giacomo Milillo della Fimmg, e Pier Giuseppe Conti e Giuseppe Messina
dello Snami, ritengono che "oltre a esporre il medico a rischi
perseguibili nell'esercizio della professione, appesantiscono con
ulteriore burocrazia il lavoro, in particolare quello del medico di
famiglia, che dovrebbe raccogliere il consenso anche per conto di
terzi".
fonte
"Il sole24 ore"
È unanime
la levata di scudi dei medici contro le nuove regole sanitarie della
privacy, introdotte dal «Codice» varato a fine giugno dal Consiglio
dei ministri.
Il Testo
unico, difeso a spada tratta da Governo e Authority con l’obiettivo di
raccogliere, snellire e riorganizzare la normativa sulla protezione dei
dati personali, entrerà in vigore quasi integralmente il 1° gennaio
2004.
In prima
linea sul fronte della protesta, come anticipato da «Il Sole- 24 Ore
Sanità», è anzitutto la FnomCeO,
Federazione nazionale degli Ordini dei medici e
degli odontoiatri,
che all’ultimo Consiglio nazionale ha approvato all’unanimità un
documento in cui chiede la «revisione urgente» del Codice, definito
inadeguato perché «privilegia aspetti di garanzia di tipo burocratico
anziché i reali contenuti al centro del rapporto di fiducia medico-
paziente».
«Una
serie di aspetti cruciali della nuova normativa — spiega Giuseppe Del
Barone, presidente della FnomCeO — andrebbero senz’altro modificati.
La nostra
prima richiesta è
rendere implicito il consenso del paziente
al trattamento dei dati
ai fini diagnostici e terapeutici. L’esplicitazione del via libera in
tutti casi, anche per diagnosi e cura, introdotta dal nuovo
Codice,
avrà infatti soltanto l’effetto di un notevole appesantimento
burocratico. E la nostra categoria, già oberata da una serie infinita di
obblighi, non ne ha certo bisogno. Meglio dedicare più tempo al
paziente, nel pieno rispetto del nostro codice deontologico, che a
compilare moduli».
Secondo
il Codice, inoltre, spetterà ai medici annotare e firmare di proprio
pugno il consenso dell’interessato, in tutti i casi in cui quest’ultimo
darà il via libera in forma orale e non per iscritto al trattamento dei
dati.
«Sotto
questo aspetto, la nuova normativa ci espone a un
elevato rischio di
contestazione, e quindi di contenziosi,
da parte del paziente», commenta Del Barone. Che arriva a ipotizzare
«un’impossibilità di attuazione » del Codice, anche per la parte in cui
introduce ricette a destinatario nascosto da un tagliando (per le
prescrizioni di farmaci a carico del Ssn), o addirittura omesso (per
medicinali non rimborsabili).
«Criptare
le ricette in un periodo in cui le Regioni fanno del monitoraggio
farmaceutico, in collaborazione con i medici, il caposaldo del sistema
informativo e informatizzato dei rispettivi servizi sanitari, significa
essere estranei alla realtà del Paese»,commenta Nicolino D’Autilia,
esperto privacy Fnom.
Anche i
farmacisti
sono preoccupati sul fronte delle
ricette: «La genericità delle nuove procedure sull’annotazione del
consenso — afferma Giorgio Siri, presidente di Federfarma — non renderà
possibile al farmacista sapere se l’assistito abbia dato effettivamente
il via libera, dal momento che la ricetta è spesso presentata da una
persona diversa dall’intestatario».
Contrari,
infine, i medici di
famiglia: il
segretario nazionale della Fimmg, Mario Falconi, si schiera contro
l’eccessiva burocratizzazione delle procedure sulla raccolta del
consenso e contro la mancata previsione di una sorta di sanatoria per i
casi pregressi, cioè per tutti i cittadini iscritti al Ssn prima
dell’entrata in vigore del decreto.
Un
provvedimento difficilmente modificabile, ammette Falconi, se non con un
gesto estremo: «Sto valutando — commenta il segretario Fimmg — l’ipotesi
di autodenunciarmi alla Procura della Repubblica, per l’impossibilità di
applicare la nuova normativa».
fonte "Il sole24 ore" dell'8 luglio
2003
|